Grafologia è scienza

Oggigiorno è frequente imbattersi in falsificazioni di manoscritti ed oggetto di manomissione possono essere svariati documenti come:

  • testamenti olografi;
  • contratti;
  • scritture private;
  • titoli di credito.

Svariati sono anche i contenuti che il falsario sceglie di contraffare, ad esempio nei contratti spesso sono le firme ad essere alterate mentre nei titoli di credito, oltre la firma, possono essere alterate le cifre o addirittura il supporto cartaceo ed infine nei testamenti spesso viene alterato il testo, attraverso l’imitazione della scrittura del de cuius o forzando la mano del testatore. È in questo ambito che la perizia grafologica si afferma come strumento di indagine efficace nel mettere a confronto due o più scritti allo scopo di identificarne la mano scrivente.

Per la complessità insita nel processo di identificazione è fondamentale basarsi su un metodo ordinato, completo ed obiettivo. Tale metodo scientifico si articola in quattro fasi:

  1. osservazione;
  2. rilievo dei caratteri salienti delle scritture;
  3. confronto degli stessi;
  4. giudizio di identità.

La collocazione scientifica dell’indagine grafologica si basa su principi e leggi della scrittura, note sono quelle di Solange-Pellat. Queste leggi definiscono con obiettività le dinamiche e le alterazioni a cui è soggetta la scrittura che, in quanto prodotto grafico, è sottoposta all’immediata influenza del cervello, difatti l’organo scrivente, qualunque esso sia, è solo un mezzo a servizio del cervello che genera la scrittura.

La scrittura, dunque, è espressione personale e intima dello scrivente, si evolve e si modifica in funzione di stati d’animo e di istinti innati. Il gesto grafico risponde a profondi meccanismi neuromuscolari automatizzati, personalizzati e non può essere contraffatto nei suoi elementi caratterizzanti. Con ciò si spiega come gli artifici posti in essere, nell’imitazione o nella dissimulazione, non possono contrastare il proprio gesto grafico innato e automatizzato.

Il comune denominatore dell’imitatore e del dissimulatore è l’intenzione di non farsi riconoscere. Nella dissimulazione le forme grafiche saranno volutamente esasperate o minimizzate, nell’imitazione saranno disegnate forme e movimenti estranei a quelli propri ma, sia nell’uno che nell’altro caso, l’autore dello scritto non potrà eliminare o camuffare i segni dello sforzo dovuto alla contraffazione e non potrà impedire che affiorino i propri segni grafici caratterizzanti e personali. È qui che si inserisce e trova legittimazione la perizia grafologica. Il metodo grafologico consente di individuare scientificamente l’identità grafica di chi scrive, individua i tentativi di alterazione della scrittura, questa, intesa come “impronta grafica”, non permette a due mani differenti di scrivere nello stesso modo.

In definitiva, più lo scrivente, imitatore o dissimulatore, cercherà di produrre una scrittura spontanea più emergeranno elementi personali dello stesso.

Bibliografia:
“Le leggi della scrittura”  E. Solange-Pellat

“Scrittura”  n. 67 (1988) pp.177/181 Pacifico Cristofanelli

Esempio n. 1:

  • Nella firma A è evidente una progressione disinvolta, la rapidità gestuale è segnata da semplificazioni e filiformità, mentre il tratto teso dà struttura agli allunghi in zona alta e bassa.

  • Nella firma B, pur con somiglianze formali, è evidente un’andatura incerta, una lentezza segnata da diversi punti di sosta, un tratto spesso, puntato e tremolante.

È chiaro che nella firma B è evidente lo sforzo nel mascherare il proprio gesto grafico. Lo scrivente si è impegnato ad imitare la forma della firma A ma non è riuscito a riprodurne gli aspetti sostanziali come il movimento, il tratto, la velocità, la pressione.

Esempio n. 2

  • Nella firma A vedi sopra.

  • Nella firma C sono presenti difformità formali, l’iniziale è più elementare, il calibro è più grande, non ci sono omissioni di lettere, il tratto si inspessisce, il movimento appare incerto e frenato.

È chiaro che nella firma C lo scrivente ha dovuto sforzarsi nel mascherare il proprio gesto grafico, impegnandosi a dissimulare la propria firma. In questo caso, non solo sono emersi i segni dello sforzo occorsi per dissimulare la propria firma (punti di sosta, lentezza, differenze formali), ma sono emersi tutti gli elementi sostanziali che confermano la medesima mano tra firma A e firma C (punti di rilasci di inchiostro, tratto finale, semplificazioni e filiformità).